Bentrovati amici di Radio Tango Macao.
La puntata di oggi è dedicata ad una delle accoppiate più riuscite nella storia del tango.
Parleremo infatti della leggendaria collaborazione tra l'orquesta diretta da Angel D'Agostino ed il ruiseñor de las calles porteñas, l'usignolo Angel Vargas, accoppiata che per la delizia di noi posteri diede alla luce tra il 40 ed il 46 ben 94 tesori da ballare.
Quando si parla del señor D'Agostino ci dovrebbe togliere il cappello se non altro, mettendo da parte i gusti personali, per quella che fu la sua vita, interamente dedicata alla musica ed alla sua città.
Sin da bambino l'esposizione alla musica segnò il suo inevitabile destino;
nato infatti da una famiglia di musicisti la sua casa fu sempre frequentata da alcuni degli artisti che, nelle fasi germinali del tango, diedero un enorme contributo; artisti come Manuel Aroztegui e Adolfo Bevilacqua che, secondo la leggenda, suonarono il famoso tango Independencia molti anni prima della sua pubblicazione proprio nelle 4 mura in cui crebbe il giovane Angel.
Da ciò ne conseguì una strepitosa carriera consacrata alla milonga, nel più ampio senso del termine; egli infatti fu anche un gran ballerino, e fu anche questo a determinare fortemente lo stile della sua orquesta, sempre sobria e mai invadente, votata unicamente al comfort dei ballerini in pista, senza eccessi ma instrisa di eleganza e buon gusto.
Tra le fila dei musicisti con cui D'Agostino divise il palco, prima dell'incontro nel 40 con Vargas possiamo citare un giovanissimo D'Arienzo (con la cui complicità appiccò fuoco al teatro Guiñol per via del mancato compenso delle loro esibizioni), ma anche altri pesi massimi come Ciriaco Ortiz, Anibal Troilo, Hugo Baralis, Agesilao Ferrazzano ad Anselmo Aieta.
L'incontro con Angel Vargas fu senz'altro il migliore possibile per mettere in atto il suo progetto stilistico; in effetti l'accoppiata D'Agostino/Vargas è paragonabile ad un altro famoso connubio adorato dai milongueros, quello tra Troilo e Fiorentino.
Per entrambi i direttori la voce del cantor doveva essere niente più che uno strumento al servizio della musica, non un solista su cui canalizzare l'attenzione;
in questo l'usignolo Vargas era un maestro, un po' per la sua voce caratteristica, calda e melodica, ma anche e soprattutto per il suo modo di essere estremamente porteño: nostalgico, legato profondamente alla sua città, reo y compadrito, motivo per il quale fu sempre adorato e rispettato dai suoi concittadini.
Ma veniamo finalmente al 33 giri di oggi, Lo mejor de D'Agostino-Vargas, edito da RCA Camden Industria Argentina nel 1968.
Sotto il titolo in stile Power Point, come direbbe l'amico Bomaduro, troviamo una foto che rappresenta i famosi tres amigos di Troilo (scherzo ovviamente) camminando in quello che, vista l'architettura, potrebbe essere il barrio di Barracas, a.k.a. El barrio de tres esquinas.
Mi piace pensare che i tre giovani siano los dos angeles del tango, D'Agostino e Vargas, ed il poeta Cadicamo, grande amico di D'Agostino e che per la nostra goduria ha firmato quattro dei temi presenti in questo disco, tra cui i due che andremo ad ascoltare.
Partiamo ovviamente da Tres Esquinas, incisa il 24 Luglio del 1941.
Brano meraviglioso e refamoso in tutte le milonghe del mondo ma mi piacerebbe in questa sede farvi ascoltare quella che io ritengo essere la verla perla di questo LP, un brano che difficilmente ascoltiamo in milonga a causa di alcune sue divagazioni poco ballabili; parlo di A Pan y Agua, musica dell'immenso Cobian incisa il 2 ottobre del 1945.
Ci tengo comunque a precisare che l'unica volta che, con mia immensa goduria, l'ho ascoltata in milonga l'aveva passata proprio il Bomaduro, bomber vero.
Lo ringrazio quindi per essere maieuta oltre che musicalizador e saluto e ringrazio lui e tutti gli amici di Radio Tango Macao per essere stati con noi anche questa notte.
Un grande abbraccio a tutti voi.