Ciao a tutti amici di Radio Tango Macao!
Questa notte il nostro ormai consueto rdv avrà come ospite una delle orquestas più raffinate degli anni '40, la famosa orquesta de las estrellas diretta dal gigante Miguel Calò.
Una rapida occhiata alla formazione che accompagnò Calò nei primi anni 40 ci rivela immediatamente il motivo di una definizione così pretenziosa come orquesta de las estrellas.

In effetti un conjunto che tra le sue fila ha annoverato nomi come Osmar Maderna al piano, Domingo Federico e Armando Pontier ai bandoneones ed Enrique Francini al violino (per citare i nomi più conosciuti al pubblico odierno), musicisti tutti appartenenti alla cosidetta generacion del cuarenta non poteva non meritarsi tale riconoscimento.

Vale la pena ricordare che il buon Calò ebbe una carriera da musicista ad altissimi livelli anche prima di creare la sua orquesta; dopo un iniziale approccio alla musica con lo studio del violino passò rapidamente a quello che fu il suo strumento definitivo, il bandoneon, imbracciando il quale diede subito prova del suo valore tanto da conquistarsi un incarico al Cine Independencia dopo solo un anno di studi.
Successivamente divenne il fueye di Osvaldo Fresedo, di Francisco Pracanico e dell'orquesta diretta dal poeta e compositore Catulo Castillo, collezionando anche alcune tournee all'estero (negli Stati Uniti con Fresedo e in Spagna con Castillo).
Solo dopo queste esperienze decise di formare la propria orquesta, dando vita all'enorme successo che non cessò di accompagnarlo sino agli anni '60.

Il disco che ascolteremo oggi è una raccolta di brani incisi dall'orquesta de las estrellas tra il 1941 ed il 1943, 13 brani cantati ed uno strumentale, edito da Odeon in Argentina nel 1972.
Alla voce si avvicendano due assi del canto: Raul Beron e Alberto Podestà.

Dei due cantores si può dire che entrambi esordirono nel mondo nel tango "importante" con Miguel Calò; il gordo Podestà gli fu presentato da Roberto Calò, suo fratello, direttore di un'altra orquesta che non trovò il successo di quella di Miguel ma che secondo alcuni testimoni del tempo se la giocava alla pari, in quanto a numero di presenze sul palcoscenico, con la orquesta de las estrellas.
In illo tempore Calò fece la curiosa scelta di non usare il vero nome di Podestà poichè sulla scena erano già presenti dei cantores con quel cognome e, forse per distinguere la sua giovane promessa dalle altre, decise di inserirlo tra i crediti dei primi 4 brani incisi con lui con il nome di Juan Carlos Morel.
Solo l'incontro del gordo con Don Carlos Di Sarli lo spinse a reimpossessarsi del suo cognome (della madre se proprio vogliamo essere precisi dato il cognome del padre era Washington, muuuuy poco porteño), ad ogni modo la sua voce era già meravigliosa come la conosciamo oggi: a riprova di ciò ascoltiamo un brano meraviglioso inciso il 31 luglio del 1941, Dos Fracasos.

Di Beron invece possiamo raccontare un aneddoto più divertente!
Fu il bandoneonista Armando Pontier ad organizzare l'incontro tra Calò e Beron nel 1939; ci si potrebbe aspettare un'intesa pressochè immediata tra i due visti i capolavori che il sodalizio partorì qualche anno più tardi e invece no! La vena folkloristica del giovane Beron (genere al quale si dedicava a tutti gli effetti prima dell'incontro con Calo) non convinse il maestro il quale lo liquidò tramite Pontier con queste parole: Dígale a su amigo que siga cantando chacareras en Achalay. Yo necesito un cantor de tangos, no un folclorista.
Fortuna volle che il pianista dell'orquesta, Osmar Maderna, fosse un ascoltatore più fine e lungimirante di Calò, tanto da convincerlo a dargli una possibilità, altrimenti oggi non avremmo potuto godere di un capolavoro come Jamas retornaras, incisa il 9 ottobre del 1942.

Altissimi livelli, adeguati ad un'orquesta di questo calibro.
Sulla scia di queste perle auguro a tutti la forza necessaria per aspettare la prossima occasione in cui potremo ballare e abbracciarci ascoltando tangos come questi.
Un grande abbraccio a tutti e buonanotte.