Ciao a tutti cari amici di Radio Tango Macao!
Questa notte, finalmente, dedicheremo la nostra storia vinilica al Señor del tango: Don Carlos Di Sarli, pianista fuoriclasse, compositore e direttore di una delle 4 orquestas che negli anni 40 ebbero maggior successo e direi, vista la magia e l'unicità del sound, a buona ragione.
La carriera di Don Carlos però inizio molti anni prima quando, nel 1923, lasciò l'amata Bahia Blanca (a cui successivamente dedicò il famoso omonimo capolavoro), per cercare la fortuna a Buenos Aires.
Che poi fortuna un par de cojoni dato che poco dopo il suo approdo in città restò vittima di un incendio che distrusse il suo appartamento e da cui si salvarono solo lui ed i vestiti che indossava!!
A parte questa nera parentesi il nostro eroe non tardò a trovare un'occasione d'oro e, nel 1926, fu ingaggiato dal già celebre Osvaldo Fresedo come pianista di una delle 4 orquestas che El pibe de la paternal dirigeva all'epoca.
Artefice della preziosa occasione data al giovane Di Sarli fu il suo amico violinista Jose Pecora, autore di pietre miliari come Amargura, Berretin e Milonga del Recuerdo che, in diverse occasioni, aiutò Don Carlos nella sua ascesa al successo, arrivando persino a compromettere l'amicizia con Humberto Canaro (fratello di Francisco): il Canaro gli aveva infatti passato un incarico al Cafe Guarani a patto che l'orquesta prendesse il nome di Pecora ed assolutamente non quello di Di Sarli; manco a dirlo il giorno del debutto al Guarani il nome di Don Carlos era in bella vista nel palinsesto del locale!
Non stupisce quindi che il Pecora abbia contribuito anche alla creazione ed abbia militato nel mitico sexteto di Di Sarli che, tra il 1928 ed il 1931 sfornò 48 indimenticabili tangazos.
Il vinile di oggi, edito da RCA Camden in Argentina nel 1966 è una raccolta di alcuni di questi temi ed in copertina vede nientepocodimeno che...una foto sbagliata!
Si, il titolo della raccolta è infatti Carlos Di Sarli y su sexteto tipico 1929 – 1931 ma in copertina è raffigurata una foto del sexteto nel 1927!
Abramsky, il secondo violinista, lasciò l'orquesta proprio nel '27 e fu rimpiazzato da Lafalle, e lo stesso fece il primo bandoneonista Ginzo, rimpiazzato da Guisaldo.
Probabilmente se Ginzo avesse potuto prevedere il futuro non avrebbe lasciato il sexteto, ma come biasimarlo per la scelta?
Sin dall'inizio dei giochi infatti fu subito chiara l'intenzione di Don Carlos di togliere ai bandoneones il ruolo principe che che avevano, ed avrebbero continuato ad avere, in tutte le altre orquestas, per assegnarlo ai violini: il sound dell'orquesta Di Sarli dagli anni '40 in poi iniziava ad essere ben udibile.
Ascoltiamo adesso la famosissima Chau Pinela, registrata il 3 settembre del 1930, cantata da Ernesto Famà.
Come dicevamo prima lo stile di Di Sarli stava nascendo, poco bandoneon, generalmente relegato al marcato ma comunque in secondo piano rispetto al piano (scusate il gioco di parole), violini prepotenti, arrastranti e lirici.
Un'altra regola ferrea del maestro riguardava il cantante: doveva cantare rigorosamente sul tempo.
Questo è ben ascoltabile nel prossimo brano, Maldita, cantato sempre da Fama e registrato il 14 Agosto 1931.
Con questo secondo tema, a completare la tandina misogina (andatevi a leggere i testi!) saluto Radio Tango Macao e tutti i suoi amici promettendovi di tornare agli anni '40 di questa meravigliosa orquesta.
Buona notte ed un grande abbraccio a tutti.