Verso la fine dell’800 l'Argentina subì una ondata migratoria di massa, prevalentemente dall’Europa.
La maggior parte degli immigrati si distribuì a Buenos Aires, Rosario e Montevideo, ed altri in altre città nell’interno del paese.
Questo fenomeno nuovo diede origine a tre forme di espressione artistica, totalmente originali: una fu il Tango, un’altra il sainete criollo ( teatro popolare originario della Spagna che in Argentina, contaminato da elementi circensi, diede origine a una forma originale di teatro popolare che rifletteva la vita degli immigrati e dei conventillos) e una terza forma artistica, il Filete.
Ognuna di queste manifestazioni artistiche sintetizza un aspetto della vita dei nuovi immigrati. Il Filete, ad esempio, è una celebrazione della prosperità del lavoro.
Diciamo che il Filete era la decorazione dei mezzi di trasporto dei lavoratori, soprattutto di quelli che vendevano alimenti.

Ho dei ricordi indelebili da bambino, di quelle mattinate di sole quando arrivava il fruttivendolo con il suo carro tutto fileteado tirato da un cavallo un po’ malmesso.
Tutte le mamme si avvicinavano per comprare la verdura fresca, ed io per prendere le canne che sorreggevano le piantine di sedano, erano leggere e ideali per costruire gli aquiloni.
La zona più famosa dove avveniva questo smercio era il mercato dell’Abasto a Buenos Aires, dove il volume d'affari della verdura era il più importante.
Queste particolari decorazioni si estesero poi ai camion e, più tardi, agli autobus urbani. Ricordo che era ​comune​ vedere un autobus decorato con filete e che il conducente avesse una foto di Gardel vicino allo specchio retrovisore.\

Ma come nacque quest’arte popolare così singolare?
Se quelli che vendevano il pane, il latte, la verdura e la frutta, usavano i carri per trasportarla, c'erano ovviamente quelli che li costruivano.
Si verniciavano quasi sempre di colore grigio fino a che il destino decise di fare una virata.
In una fabbrica di carri vicina al porto lavoravano due ragazzini di dodici o tredici anni, Vicente Brunetti e Cecilio Pascarella.
Le mansioni dei bambini che lavoravano in quell'epoca erano per lo più di fare delle commissioni, pulire, fare il mate per gli adulti ecc.
Tanti, come il grande Francisco Canaro e i suoi fratelli, vendevano i giornali per strada, o lucidavano le scarpe.
Accadde che l'incaricato di verniciare i carri un giorno non si presentò a lavorare, e c'era una consegna da fare.
Il titolare disse ai ragazzini se se la sentivano di verniciarlo loro, dal momento che tutti i giorni vedevano come si faceva. Questi accettarono il lavoro e gradirono la promozione.
Una domenica il padrone chiese ai ragazzi se volevano dare l'ultima mano di vernice ad un carro. I ragazzi si trovarono da soli nella carrozzeria e lavorarono, giocarono e si divertirono, ad certo punto videro un barattolo di vernice rossa e pensarono di verniciare i bordi del carro di quel colore.
Quando il lunedì il padrone vide il carro andò su tutte le furie, rimproverando i ragazzi disse loro “ Ma cosa avete fatto? Dovremo verniciarlo di nuovo e ci pagheranno domani!”.
Ma quando si presentò il titolare del carro, il dettaglio di rosso sui bordi gli piacque moltissimo e quello che prima per il padrone era un autentico disastro fu motivo di vanto, tanto che disse “E’ una speciale offerta della nostra carrozzeria”.
Ma la vera sorpresa fu l'indomani quando gran parte dei possessori dei carros del mercato vicino si presentarono nella fabbrica chiedendo di far verniciare il loro mezzo con i bordi colorati.
Questo avvenimento curioso provocò un cambiamento nel modo di verniciare i carros.
L'operaio che dava la verniciatura di base si chiamò, da allora, verniciatore liscio e quello che decorava il carro Fileteador.

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in foto: il Fileteado Porteño, patrimonio culturale argentino