Victor: Dani, mi racconti della tua infanzia?
Flaco: La mia infanzia la trascorsi nel quartiere di Belgrano, tra le vie Cabildo e Giuramento, dietro a Obligado e Mendoza, a cento metri del Cabildo de Buenos Aires. Siamo stati lì per un po’ di tempo, poi i miei genitori comprarono una casa in Villa Devoto.
V: Che anno era?
F: Il 1946.
V: Un anno del governo di Peron.
F: Esattamente.
V: Tu eri bambino, ma nella tua famiglia si ascoltava il tango?
F: Certo, in Argentina si ascoltava sempre principalmente folclore e tango. Da piccolo ho sempre ascoltato tango dalla scuola primaria fino ad arrivare ad essere maggiorenne.
V: Mi racconti quell’aneddoto con i tuoi genitori....?
F: Era un'epoca dove si lavorava molto, nel governo di Juan Domingo Peron, si lavorava dal lunedì al sabato, in quell’epoca lo si chiamava "Sabato inglese". (Il sabato inglese era una conquista sociale nata in Inghilterra e faceva sì che la settimana lavorativa durasse da lunedì alle ore 12.00 del sabato con riposo fino alle ore 24 di domenica). Alla domenica i miei genitori andavano a ballare e lasciavano me e mio fratello con mio nonno, che era piemontese. Io avrò avuto più o meno dieci anni... Mio fratello Jorge, che era più piccolo di me, si addormentava subito. Io, invece, vedendo i miei genitori partire per la milonga mi mettevo a piangere come un pazzo. Mia madre cercava di farmi smettere ma non c'era verso, allora mi alzavano dal letto, mi vestivano e uscivo con loro. In quell’epoca nelle milongas non c'erano tavoli, le serate si facevano nei club di quartiere e la pista da ballo era il campetto di basket con le sedie tutte distribuite nel perimetro della pista. Nel centro si faceva "un fungo" di uomini. Tutti in piedi al centro della pista, lo chiamavano "il fungo". Nello spazio tra le donne sedute e tra gli uomini al centro della sala, si ballava. Io ero seduto in una sedia con mia mamma, a dieci anni iniziai a ballare il foxtrot con lei, mi attirava di più il tango ma ero ancora piccolo. Per tanto tempo andai con loro alla milonga. Quando ebbi 15 o 16 anni iniziai a frequentare le pratiche tra uomini. C'erano dei club che facevano pratiche lunedì, mercoledì e venerdì, e cosi iniziai a ballare il tango. Erano gli anni cinquanta, c'erano accademie dove insegnavano a ballare il tango, davano lezioni solo per gli uomini. Da lunedì a venerdì praticavo e poi al fine settimana andavo a ballare. In quel periodo c'erano milongas molto belle: Sportivo Buenos Aires, il Sunderland, Estudiantes de Devoto; El Amanecer, ecc.
V: Felix mi raccontava che iniziò a mettere musica nella milonga "Pinocho".
F: Sì, Pinocho, Villa Urquiza, un'infinità di locali.
V: Come si stava in quegli anni?
F: Bene, stavamo bene, l'Argentina era un'altra cosa ...
V: Era un paese....
F: Esatto, stavamo molto bene, era finita la seconda guerra mondiale e noi esportavamo molti prodotti in Europa, dove c'erano una miseria ed una fame spaventosa.
V: L'Argentina era chiamata "Il granaio del mondo" dalla quantità di grano che esportava anche attraverso il porto di Rosario. Edmundo Rivero diceva che in quegli anni Buenos Aires era una grande festa. Tu hai iniziato da piccolo e non ti sei più fermato, quali erano i posti dove preferivi andare a ballare?
F: Nel club Argentinos Juniors, Estudiantes de Devoto, El Amanecer ecc. Di domenica le milongas finivano all'una di notte. Siccome mi piaceva tanto andare a ballare, e non potevo entrare nei locali del centro perché ero minorenne, falsificai "la libreta de enrolamiento"( la carta d'identità) scrivendo che avevo 18 anni. Andavo a ballare al Montecarlo, al Sans Souci, al Desirè, Siglo Veinte, in quel periodo studiavo all'università e più di una volta mio padre mi portò via dalla milonga a schiaffi .Una sera mi disse: "O finisci gli studi o vai fuori di casa". Se fossi andato fuori casa non avrei avuto neanche un soldo per mangiare, cosi finii gli studi e consegnai a mio padre il diploma di ingegnere navale. Lavorai un anno con quel titolo, ma mi attirava troppo il tango e mi dedicai solo al ballo, grazie ad un grande amico che oggi non c’è più, un grande maestro, Carlos Eduardo Gavito.
Diritti d'autore: Victor Hugo Del Grande.
Post originale alla pagina TangoAzul