Ogni tanto mi capita di aprire i libri di un personaggio straordinario, che conobbi negli anni ’80 a Buenos Aires, e di rimanere sorpreso dalla lunfarda bellezza dei suoi scritti. Don Julio Ravazzano Sanmartino. Ci diceva il maestro Mino Bordignon che Gesualdo da Venosa, compositore del 500 italiano, era stato per la storia come una stella cadente, che aveva attraversato il firmamento della musica. Ogni volta che penso a Don Julio mi viene in mente questo esempio, forse non della caratura artistica di Gesualdo, ma sicuramente una stella che passò veloce nel cielo del tango e pochi hanno potuto vedere. Un'altra cosa che mi lascia perplesso è scoprire nei suoi libri dei testi come "en un feca" diventato un tango inciso da E. Rivero, registrato come anonimo, o un altro che assomiglia ad una milonga molto conosciuta. Non mi è mai sembrato un tipo che rubasse testi agli altri, semmai forse il contrario, ma purtroppo non è dimostrabile. Don Julio è sparito nel nulla così, come l'ho visto arrivare. Era un personaggio di altri tempi, girava per le strade di Buenos Aires con un "funyi" (cappello) e un poncho marrone con i suoi libriccini in mano che vendeva alle persone per strada, condividendo un caffè in un bar o una simpatica chiacchierata. La sua passione era scrivere di Buenos Aires, del tango e dei suoi personaggi; faceva stampare da qualche amico i suoi libri che poi vendeva per pochi spiccioli. Rileggendo le sue poesie ne trovo una che si chiama: "Yo soy Juan tango" e la sua dedica mi sorprende: "A El pibe Palermo e Norma, i miei amici". Wow, Don Julio era amico del pibe Palermo!!! Jose Maria Bagna, detto "El pibe Palermo", fu un personaggio leggendario del ballo portegno. Autentico rappresentante del tango orillero, del vero canyengue, milonguero. Erede di suo padre, "El lecherito Bagna” e del "Cachafaz", portò alta la bandiera del tango della "guardia vieja" nei maggiori palcoscenici di Buenos Aires e del mondo. Ogni tanto, parlando di tango con Miguel, nomino qualche personaggio storico e lui mi dice: "Io l'ho conosciuto bene, abbiamo lavorato insieme". Miguel è un archivio vivente di aneddoti e storie incredibili. Cosi è stato per "El pibe Palermo", mi raccontò di come lo conobbe, come lo portò con la sua compagnia "Tango por dos" in una tournée mondiale ma questo lo descriverò in un secondo momento. Quando morì il Cachafaz", nel 1942, el pibe Palermo fece coppia con la compagna del mitico ballerino, "Carmencita Calderon" e poi con Norma, la sua compagna definitiva. Lavorò per il cinema, in tv, nei locali di Buenos Aires e di tutta l'Argentina con enorme successo. Collaborò con i più grandi interpreti del tango, come Osvaldo Pugliese, Anibal Troilo, Miguel Calo, Angel D'agostino ecc. Si ritirò dai palcoscenici nel 1975 fino a quando, anni dopo, Miguel Angel Zotto lo riscoprì e valorizzò nuovamente, portandolo con lui in America ed in Europa con i suoi spettacoli.

Diceva "el Pibe Palermo”: "Io sono uno che "chamuya" (parla) il tango con i piedi, non mi misuro in età, ma in chilometraggio. Iniziai da molto piccolo con il tango perché vidi ballare il mio vecchio, grande ballerino; insieme al "Tarila" erano i migliori ballerini di "tango con corte". Iniziai a ballare il tango originario che è stato il tango milonga. Non ho frequentato nessuna accademia, mi sono fatto da solo, il mio vecchio è stata la mia ispirazione. Imparai il ritmo milonga, che è quello di don Roberto Firpo, quello che ballava "El cachafaz" e "Los Mendes". Sembravo uscito dal tunnel del tempo, con quel modo di ballare, nato in un’altra epoca. Questo me lo diceva Troilo: "Come balli pibe! Sei nato "atrasado", come se il tempo fosse corso avanti ed io nato in ritardo. Io chiamavo Troilo "arrugado" (per le rughe): “Guarda "arruga", mia mamma aspettava mio padre, che perse l’autobus, per questo sono nato in ritardo".

YO SOY JUAN TANGO ( dedicato al "El pibe Palermo e Norma, miei amici". Julio Ravazzano Sanmartino).

Mi battezzarono "Juan tango" con la voce del bandoneon.

Soro roseto e malvarosa, anima di quell’organetto,

che tra il rumore dei fischietti, ronda di poliziotti,

dominai l'ambiente delle liriche passioni.

Mentre mia madre moriva nella "Cortada de Rocha",

sentii il calore della periferia, tra le braccia della "Morocha".

Sono cresciuto nel "Riachuelo" tra uomini d'azione,

periferia di luna piena, di "percal" e bandoneon.

Figlioccio del "Entrerriano, guapo di cuore.

Il quartiere di Villa Crespo fu mio fratello, "La maleva" fu mia madre.

Non conobbi altro padre che l'anima del bandoneon,

sono periferia, passione, rara mischia di fandango,

"Madreselva e "Il patotero" mi battezzarono "Juan Tango".

Diritti d'autore: Victor Hugo Del Grande dalla pagina Tango Azul