F: Sono andato a insegnare a Roma per un mese, ma fu la fortuna che mi fece rimanere per sei mesi e così cominciò la mia storia con l'insegnamento del tango in Europa, tanti anni fa.
V: I casi della vita... trovarti Gavito di notte .... con tutta la gente che c'è in giro e lui ferma giusto il tuo taxi...
F: Grazie a Dio, Gavito ha aperto la strada e continuano a chiamarmi per fare lezioni. Quello che mi è piaciuto di più e continua a piacermi è conoscere la cultura di tutti i paesi che ho visitato: Italia, Francia, Germania, Cina..
V: Quanti paesi hai visitato?
F: Un'infinità, non ne ho idea, ho due passaporti pieni di timbri, sempre lavorando con il tango.
V: Ti faccio una domanda scomoda, tu che hai il tango nel sangue, cosa pensi della situazione attuale? Verso dove sta andando il tango? Sei contento di quel che accade..... di come lo si insegna ?
F: Guarda ... dipende dal carattere di ogni persona, e dall'affetto che metta nel tango. Ci sono maestri che sanno ballare e non sanno insegnare. Ci sono maestri che sanno insegnare e non sanno ballare. Questa danza ha un successo enorme, non c'è paese dove non si balli il tango.
V: In tutto il mondo!
F: Chi avrebbe detto che il tango si sarebbe ballato in Thailandia, in Africa, in Cina, in Giappone.
V: Ti ricordi, più di trent'anni fa, nel film "Tango baile nuestro" il pessimismo dei tangueros quando dicevano che il tango era morto, che non c'era futuro?
F: Sì, ricordo. Negli anni settanta ci fu una piccola rivoluzione, volevano estirpare il tango e sostituirlo con il jazz, ma non c'è stato verso. Ricordo che il tango era proibito, allora andavamo a ballarlo in appartamenti privati o nelle case di qualcuno, come se fosse un compleanno, un "asalto", ti ricordi?
V: Certo! (in Argentina negli anni settanta si organizzavano feste tra gli adolescenti nelle case di qualcuno, si addobbava un patio con delle luci, qualcuno metteva musica con il giradischi e si ballava, generalmente con la presenza dei genitori padroni di casa che controllavano che tutto fosse tranquillo).
F: Los asaltos, ballavamo nell’appartamento di una ragazza, nella casa di un amico. Ai vicini doveva aver dato fastidio la musica, perché hanno chiamato la polizia e così siamo finiti tutti in galera. Così, per disgrazia, nella mia amata Argentina sono spariti tanti maestri, ballerini, professori universitari, "desaparecidos." Ancora oggi si scoprono figli di quelle persone che furono ammazzate , assassinate. Fu un governo nefasto.
V. Ti ricordi, nel ’73, quando tornò Peron? Il massacro di Ezeiza? Ero giovane ma ho le immagini ancora davanti agli occhi.
F: Certo che ricordo, però non sono riusciti a fermare il tango.
V: Ti ricordi il bandoneonista di D'Arienzo, Carlos Lazzari? Diceva :"Al tango no hai con que darle, viejo"( contro il tango non c’è niente da fare)
F: Non c'è posto nel mondo dove non si balli il tango. No c'è forza di nessuna natura che lo possa fermare."
(Continua....)
Buona lettura! Victor.
Diritti d'autore:Victor Hugo Del Grande.
Post originale alla pagina TangoAzul