Le parole di questo pezzo m’inebriano d’immagini, vissute in quella parte della mia esistenza trascorsa in Argentina.
Quando ero un ragazzo e il sole del mattino dipingeva il fondo dell'affresco della mia memoria, per sempre.
Così ricordo ogni fotogramma delle cose accadute, con la luce del sole limpido che illumina i gesti delle persone care.
Le voci e i suoni dei bambini che urlano a squarciagola, correndo, gioendo della libertà dell'innocenza. Mio padre forma parte di questo affresco, che si muove con i suoni dei ricordi.

El pintaba paredes que otros lucian, el pintaba la cuna en que yo dormia
Lui dipingeva i muri che altri ostentavano, verniciava la culla dove io dormivo.

Ricordo mio padre, mentre preparava quegli intrugli di vernice alla tempera, mischiata con la calce. Sul retro di casa aveva un bidone di ferro con la calce e ogni tanto ne tirava fuori un po’, la faceva ardere per utilizzarla in diversi modi. Mischiava la calce con tempere strane e dipingeva i muri di casa. Di scarsa finitura e qualità, ma immortali nel tempo della mia memoria.

Cantaba bajito acariciando, valsesitos, milongas y algunos tangos.
Cantava sottovoce accarezzando dei vals, milongas e alcuni tangos.

Crebbe ascoltando canzonette e arie d'opera. I suoi genitori parlavano in dialetto molisano e vivevano come avevano vissuto in Italia.
Poi arrivò il tango e lui tentava di cantarlo, come dice il tango "Audacia", se quello si poteva definire "cantare". Era stonatissimo, mi faceva lacrimare le orecchie ... aveva pure un vocione potente. Qui la natura fu saggia e giusta nei miei confronti, donandomi l'orecchio musicale di mia madre.

El mateaba debajo del limonero.
Lui beveva il mate sotto la pianta di limone.

Mio nonno piantò sul retro della casa un albero di limone. Quando nacqui, c'era da anni, un personaggio rispettato e curato, un vegliardo imponente in mezzo al terreno.
Mio padre lo dipingeva sempre con la calce per evitare che le formiche salissero sul tronco e mangiassero le foglie.
Lo vidi diventare vecchio, ammalarsi, perdere le forze; un giorno mio padre, con le lacrime agli occhi, gli amputò il ramo destro, stava morendo.
Sotto quel limone giocavo per terra, ogni tanto mi lasciava cadere sulla testa un petalo, che si tuffava nel vuoto a primavera lasciando una scia di profumo nell'aria.
Questo profumo invadeva tutta la casa in quel periodo dell'anno. Poi veniva il tempo in cui bastava che allungassi le braccia al cielo per strappare un frutto giallo di rotondità solare, che mangiavo come fosse una dolce noce gialla, di un nettare dal sapore agro di luce... Più in là una vite più giovane mi dava la sua ombra generosa in estate.
Non dimenticherò mai il giorno in cui mia nonna decise di spogliare la vite per fare il vino, "come facciamo in Italia", disse.
Due giorni di lavoro senza sosta, il risultato fu un aceto inquietante e imbevibile per qualunque essere vivente. Indimenticabili le facce attonite di frustrazione, per quel risultato.
Tutte le domeniche sotto la porta di casa scivolava il giornale. Mio padre, in un rituale da socialista capace di leggere e decodificare i fatti della politica nazionale, lentamente sfoderava gli occhiali, seduto sulla sedia apriva le braccia come fossero alberi di una barca e spiegava il giornale come fossero vele davanti al suo sguardo, con le sopracciglia a forma di ‘S’, da destra a sinistra.
La sua radio di legno diffondeva quel programma delle domeniche mattina, in cui passavano solo musica "litoralegna", la musica del nostro fiume Paranà.
Ed io guardavo quel mondo di giganti che trascorreva sopra la mia piccola statura, pieno di luce, suoni folkloristici, profumi deliziosi e con l'immagine del patriarca che conduceva, rassicurava e compiva gesti e azioni che avrebbero impresso la mia memoria per sempre, una Cappella Sistina piena di colori, odori, personaggi e ricordi che riempiono ancora la mia storia e resuscitano nel presente, ogni volta che nell'aria suona la voce di Trelles, mentre canta El amico que hoy nesecito.

(continua)

Buon ascolto!
Diritti d'autore Victor Hugo Del Grande

José Angel Trelles - Cacho Tirao

in foto: Zenone y Hugo, nonno e padre dell'autore Victor Hugo Del Grande