Sono felice di aver riscattato nella mia memoria questo personaggio, che volava nei fotogrammi della mia città, quando tutto era un film potente ed energico di rinascita.
E come, se non attraverso la musica, la poesia, il teatro o la pittura, potevamo farlo?
Alla memoria di chi, quando negli anni ‘ottanta giocavo a fare il poeta in giro per le piazze di Rosario, abitava silente le strade e scriveva sui muri delle case,
e viveva quello che noi potevamo solo sognare, la libertà di fare quello che voleva, come voleva.
(frasi estrapolate del documentario del 1999 “Cachilo, il poeta dei muri” di Mario Piazza)
"A Cesare quel che è di Cesare, e a Jose quel che è di Jose”
“Attenzione! 14-15-16-carnevale dell’88, curatevi di fare del male".
"La gioventù si riproduce. Sono i vecchi che lavorano con quello che hanno imparato.
“Un paese si conduce."
La sua libera associazione di parole disegnava frasi che ognuno analizzava a secondo di quello che pensava volesse dire.
Chi trovava delle profondità filosofiche degne di un guru molto avanti di noi gente comune, chi rideva delle trovate,
chi inorridiva dalla sua puzzolente e destabilizzante presenza nel centro della città, dove tutto doveva essere ordine e pulizia.
"Qui c'è la nostra bandiera, idolatrata, regalata! "
"Sangue ci da il toro e latte la mucca, !’argentino, a cosa ti serve la vita se hai perso la patria!
Dove andrai a morire se sei già morto nella fogna?"
"Rosarino, tu che sei buono e onesto, uomo, lavora, così nessuno ti fermerà dalla buona strada,
(Trattoria Alberto, il vecchio nonno: minestre, minestroni e grigliate.Qua è meglio che a casa vostra. Economico).
Aveva l'abitudine di abbinare alle poesie e disegni l'indirizzo di trattorie, o negozi della città, spesso dove facevano da mangiare. Come se utilizzasse dei cartelloni pubblicitari dove poter inserire il suo pensiero sconnesso.
Se i barboni avessero un sindacato non lavoreremmo mai
"Gaucho rispettati, non distruggerti,
gaucha rispettati, non fare chiasso".
"I vivi hanno patria guadagnata, i morti solo il silenzio, non hanno nulla."
"Calendario, il tempo passa, continua Rosario andando nel mondo".
"A Parigi i bebè li porta la cicogna, qui a Rosario li porta
‘la pava’ (la teiera) che vola”.
"Gringo, tutto è brutto, il poeta della posta deve farvi
vedere che adesso è bello".
"1985, anno di potente fe, nel suolo dove mi inchino."
"Marito, se non puoi curare e proteggere la tua donna,
meglio lasciarla: tuo amico."
“Io mi abituai a vivere senza la compagnia della donna, sono
barbone vecchio, solitario, e lei compagno?
"NON TI DIMENTICARE IL TANGO SOLEDAD, DI GARDEL E LEPERA"
diritti d'autore Victor Hugo Del Grande
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in foto: Cachilo, il poeta dei muri