Il tango era in agguato ... da sempre.
Una soffiata lo aveva avvertito che non sarei sceso su questo pianeta in Italia come era naturale che fosse, accolto dalla mia famiglia centenaria in Molise, come doveva essere, ma che,
tradendo le regole della prevedibilità, avrei ignorato la mia genetica italica, non ascoltando Verdi né Puccini, né avrei mangiato e bevuto il frutto delle dolci colline di Montenero di Bisaccia.
Si preparò all'inseguimento della mia anima che, in totale libero arbitrio, scelse quell’angolo sperduto del sud del mondo per far calare l'ancora al mio essere,
per navigare sulla barca dei miei sogni sul petto del Rio Paranà.
La luce di un cielo azzurro inebriante, unico, bagnò i miei occhi e io li aprii sbalordito, una lingua estranea al mio passato mi cullò, canzoni di porto, umide di nostalgia migrante e la voce di una donna che conoscevo da millenni:
una volta figlia mia che curai con amore, un’altra volta pettirosso che dipingeva nell'aria musiche mai sognate da nessuno e che rallegravano le mie giornate,
e questa volta mia madre, che con amore cantava tangos, e dolce e rassicurante con le sue braccia mi avvolgeva come una quercia centenaria.
Lui attraversò il mare per inseguirmi, come un diavolo tentatore e silenzioso s’intrufolò nella povera valigia di cartone di mio nonno. Ebbe un mese per ordire la strategia, una volta sceso dalla nave sbarcata a Buenos Aires.
Di notte bisbigliava nell'orecchio di mio nonno stanco, buttato sul pavimento della seconda classe che sognava il futuro, subdolo e ansioso suggeriva: "Rosario".... li dobbiamo andare".
Passarono gli anni e fu una mattina fresca di autunno a scuola, il suo primo bacio. Lei era di luce dorata come il sole e le sue labbra mi donarono un po’ del miele della sua anima, sentii un'emozione di una natura che il linguaggio non sa descrivere. Tornavo a casa dopo scuola con il profumo delle sue mani sulle mie, e questo impregnò la mia pelle per anni. Ero molto giovane ma per qualche strana ragione i tangos che canticchiava mio padre in casa mi ricordavano sempre lei, quel raggio dorato che aveva penetrato la mia anima per sempre, Margot, Mimi, piccola Malena che trovavo in quella musica dei grandi che non comprendevo, che non volevo, ma che era presente nella mia vita, entrata in me insieme al primo respiro.
Il tango era in agguato, nascosto tra le piante e i vasi che mia madre curava con amore dalle gelate nel patio di casa.
La sua entità di diavolo tentatore poteva fargli assumere diverse forme e densità, poteva trasformarsi in suono, in musica, in bandoneon, infiltrarsi nella mente di chiunque ed esprimere i suoi desideri con voce sensuale o severa.
Trovò nella voce di mia madre un habitat comodo e confortevole dove insidiarmi, provocarmi. Lo vedevo ridere seduto su una spalla di lei, con un bandoneon sulle ginocchia strimpellava note aspettando che io mi arrendessi.
Il dolore - che è socio fondatore di questo mondo - mi rivelò un giorno il suo tragico volto e lui, passando furtivo e vicino, mi bisbigliò all'orecchio la frase di un pezzo che Discepolo scrisse per consolarmi:
El flaco Abel que se nos fue pero aun me guia.
Il magrolino Abel che se ne andò ma ancora mi guida.
Poi arrivò anche la morte dell'amore e lui mi cantò all'orecchio :
Sarebbe più facile camminare se nel mio bagaglio portassi un pezzo d'illusione, un sogno,
ma le tue mani senza pietà ruppero tutti i sogni del mio cuore.
Oggi che la vita scorre dentro di me serena come un fiume lento, oggi che le grandi piene che trascinavano detriti di dolori e delusioni sono passate lasciando consapevolezza, accettazione, mi siedo con lui sulla riva della mia esistenza per ascoltare Troilo, condividendo un mate tiepido, e per ascoltare le sue storie e di quanto tempo aspettò paziente il mio risveglio: i suoi aneddoti con Carlos Gardel, le fatiche di mio nonno emigrante, le frasi che lui suggerì a Homero Manzi quando scrisse Malena e a Discepolo per Cambalache.
Il tango è sempre stato in agguato, l'ho temuto, ignorato, bistrattato e deriso. La sua amorevole pazienza ad aspettarmi ebbe ricompensa ed oggi questo amico inseparabile accompagna con sincerità le mie giornate.
Ma non perde la sua natura di diavolo tentatore, a volte mi convince ed usciamo a caccia insieme. Nascosti, in agguato selezioniamo la prossima vittima, il prossimo angelo che aprirà il suo cuore all'universo delle emozioni, impasto celeste di bandoneones, mate, poesia e canto nostalgico:! Il tango è sempre in agguato!
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