Riprendendo gli articoli sull’ abbandono ricordo il passaggio che parlava della fragilità dell'essere umano quando è piccolo:

Se durante quel periodo di passività il bambino ha il timore di essere abbandonato, è facile che creda di poter morire.
Da questi timori infantili nascono gli "adattamenti masochisti" che saranno responsabili della condotta basica dell'individuo per il resto dei suoi giorni.
Per questo non è strano che nelle canzoni e nelle poesie si associno l'abbandono e la morte.

Poi lo psichiatra spiegava che la scelta dei testi per realizzare il suo lavoro non era una questione di gusto musicale, era stata dettata da quei tangos che offrivano la maggior quantità di elementi da analizzare.
E il maggior numero apparteneva a Jose Maria Contursi e a suo padre Pascual Contursi.
Jose Maria, forse ereditando la facilità e il dono della scrittura da suo padre Pascual, fu stilisticamente diverso.
Poeta fondamentale della letteratura tanguera, romantico, melodrammatico e malinconico, il suo modo d'interpretare le avventure sentimentali dell'uomo andava a nozze con quello stato dell'anima, negli anni in cui Discepolo disse:

Il tango è un pensiero triste che si balla

Lo psichiatra, ricordo, diceva di non aver le conoscenze per svelare la poesia senza parole che è la musica che, nel caso del tango, è possibile mantenga un vincolo segreto con le parole.
I testi di J.M. Contursi si completarono in maniera melodrammatica e credibile con la musica di autori come Mariano Mores, Anibal Troilo, Pedro Laurenz, Carlos Di Sarli o Armando Pontier.
La malinconia intride la vita di Contursi: nei suoi tangos la morte è protagonista. Come gli attori di un film, recitano, l’angoscia, la disperazione, la colpa, il fallimento e l’assenza, sono i registi di questi tangodrammi.
Senza dubbio i suoi tangos di successo toccano certe corde occulte nell'animo di ognuno di noi, e sentiamo un’affettuosa identificazione con il personaggio che ci ricorda qualche particolare momento o passaggio della nostra vita.
Basterebbe dire che a suo padre Pascual è attribuito l'inizio di un modo di scrivere: con Mi noche triste inaugura infatti l'era della malinconia nel tango. Una delle differenze sostanziali tra padre e figlio fu la scelta estetica di Jose Maria di non usare il lunfardo per descrivere le storie con le sue metafore.

CLAVELES BLANCOS 1949 J.M. Contursi - Pontier.
io incrociai le tue dita di avorio, e appoggiai su di te tanti garofani bianchi.
Feci tacere la mia angoscia e il mio rancore, chiusi i tuoi occhi ed il mio cuore.

TABACO 1944 J.M. Contursi - Pontier.
Sono chiusi i miei occhi nel terrore del silenzio, nel mio cuore uno strappo
perché non mi sono perdonato tutto il male che ti procurai.

CRISTAL 1944 J.M. Contursi - Mores
Adesso so che tutto è perduto, la sera della mia partenza,
già mai tornerò, lo so bene, mai più,
forse mi aspetterai, vicino a Dio, nell’aldilà.

GARRAS 1945 J.M. Contursi - Troilo
sono rimasto come un uccello senza il nido, come un bambino abbandonato,
con le mie pene che si aggrappano come artigli e feriscono il mio cuore.

Gli esempi sono tantissimi, spesso quando mi trovo a canticchiare un tango molto bello, mi accorgo poi che è di J.C. Contursi, malinconico inguaribile.
La sua vita fu come i suoi tangos. Poi, la fantasia sposò la realtà diventando una sola cosa. Gricel sapendolo in disgrazia e solo, andò a riprenderselo a Buenos Aires, si sposarono e vissero a Cordoba.
La fine della vita di J.M. Contursi ebbe un destino diverso da quello dei suoi tangos: morì tra le braccia dell'amore della sua vita, anziano e in pace con la Malinconia.

Testo de Gricel di José Maria Contursi

No debí pensar jamás
en lograr tu corazón
y sin embargo te busqué
hasta que un día te encontré
y con mis besos te aturdí
sin importarme que eras buena...
Tu ilusión fue de cristal,
se rompió cuando partí
pues nunca, nunca más volví…
¡Qué amarga fue tu pena!

No te olvides de mí,
de tu Gricel,
me dijiste al besar
el Cristo aquel
y hoy que vivo enloquecido
porque no te olvidé
ni te acuerdas de mí...
¡Gricel! ¡Gricel!

Me faltó después tu voz
y el calor de tu mirar
y como un loco te busqué
pero ya nunca te encontré
y en otros besos me aturdí…
¡Mi vida toda fue un engaño!
¿Qué será, Gricel, de mí?
Se cumplió la ley de Dios
porque sus culpas ya pagó
quien te hizo tanto daño.

Traduzione di Radio Tango Macao

Non avrei mai dovuto pensare
di avere il tuo cuore
eppure ti ho cercata
finché un giorno ti ho trovata
e con i miei baci ti ho stordita
senza pensare se tu fossi buena...
La tua illusione era fatta di cristallo
e si ruppe appena partì
senza mai, mai tornare...
Quanto amaro fu il tuo dolore!

Non ti dimenticar di me,
della tua Gricel,
me l'hai detto quando hai baciato
il crocifisso.
E oggi che vivo impazzendo
perché non ti ho mai dimenticato
non ti ricordi nemmeno di me...
Gricel! Gricel!

Mi è mancata la tua voce
e il calore del tuo sguardo
e come un matto ti ho cercata
ma non ti ho più trovata
e in altri baci mi stordii...
Tutta la mia vita è stata un inganno!
Cosa ne sarà di me, Gricel?
La legge di Dio si è compiuta
perché le sue colpe ha già pagato
che ti ha ferito così tanto.

diritti d'autore Victor Hugo Del Grande
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in foto: José Maria Contursi e Susana Gricel Viganó