Juan Carlos Cobian e Enrique Cadicamo: che coppia eccezionale !
Cobian fu un musicista raffinato e molto avanti musicalmente rispetto all'epoca e ai suoi colleghi. Come quasi sempre accade, incompreso o non valorizzato anche dagli addetti ai lavori. Lui e Enrique Delfino furono i creatori dello stile "tango-romanza".
Cobian nacque nell'anno 1896 in un paesino della provincia di Buenos Aires. Da bambino lo affascinava il pianoforte, lo strumento che sua sorella maggiore suonava in casa. Attenti alla facilità con cui questo bambino strimpellava lo strumento i suoi genitori lo mandarono in conservatorio. Già diplomato, e verso i 17 anni, approdò in Buenos Aires guadagnandosi con il pianoforte i primi soldi per sopravvivere. Presto fu conosciuto nell'ambiente e iniziò a suonare con musicisti affermati come Eduardo Arolas e il grande Osvaldo Fresedo. Quest'ultimo lo portò a suonare nel suo sexteto in un locale di Buenos Aires. Nel anno '22 Fresedo abbandonò il progetto. Il titolare del locale chiese allora a Cobian di formare una propria orchestra per continuare con le serate. Formò il suo sexteto con personaggi del calibro di Pedro Maffia e Julio De Caro. Un anno dopo lasciò tutto per una donna che viveva negli Stati Uniti e lì si trasferì. Julio De Caro prese in mano il gruppo, convocando due suoi fratelli e formò il sexteto che da lì a poco avrebbe rivoluzionato la storia della strumentazione tanguera. Cobian continuò la sua attività musicale in America anche se fece ritorno a Buenos Aires e per alcuni anni continuò ad andare avanti e indietro dagli Stati Uniti. Si ritirò dall’attività musicale e mori a Buenos Aires a soli 57 anni. A lui appartiene il bellissimo tango "Nostalgias" scritto in collaborazione con "Enrique Cadicamo", uno dei più grandi poeti del tango di sempre.
Cadicamo nacque nel 1900 e morì nel 1999. Non solo ha visto nascere ed evolvere il tango ma fu attore principale di questo evento. Scrisse per il teatro, il cinema e il tango cancion. Autore di novelle e libri tra i quali : "Lo sconosciuto Juan Carlos Cobian". Si parla poco di Cadicamo rispetto alla sua “grandezza”. Gran parte dei tangos più belli che sentiamo o fischiettiamo ogni giorno appartengono a lui. Alcuni dei 1300 sono: "pompas de jabon", "Anclao en Paris", "Compadron", Muneca brava" "Che papusa oì", "Madame Ivonne","Nunca tuvo novio ", "Apologia tanguera", "A pan y agua", "La casita de mis viejos" "Nostalgias " , "Nieblas del riachuelo", "Tres esquinas ","Copas, amigas y besos", "No hay tierra como la mia" e la lista e impresionante. Gardel incise una ventina di tangos di sua autoria.
Il tango "Nostalgias " fu rifiutato da un impresario teatrale, che commissionò a Cobian e a Cadicamo musiche e testi per il suo spettacolo. Tra tutti i pezzi presentati l'uomo non aprovò la musica del futuro Nostalgias, argomentando che era complicato e incomprensibile. Tempo dopo Cadicamo scrisse un testo per quella musica "incomprensibile" che Cobian eseguì in pubblico con il suo sexteto.
Da quel momento e velocemente, Nostalgias fu il pezzo più diffuso, le orchestre facevano a gara per suonarlo. Fu editato a Londra , a Parigi , a New York, lo cantarono e incisero gli artisti più importanti del tango e non solo, come per esempio Claudio Villa e Milva.

Testo de Nostalgias di Enrique Cadicamo

Quiero emborrachar mi corazón
para apagar un loco amor
que más que amor es un sufrir...
Y aquí vengo para eso,
a borrar antiguos besos
en los besos de otras bocas...
Si su amor fue "flor de un día"
¿porqué causa es siempre mía
esa cruel preocupación?
Quiero por los dos mi copa alzar
para olvidar mi obstinación
y más la vuelvo a recordar.

Nostalgias
de escuchar su risa loca
y sentir junto a mi boca
como un fuego su respiración.
Angustia
de sentirme abandonado
y pensar que otro a su lado
pronto... pronto le hablará de amor...
¡Hermano!
Yo no quiero rebajarme,
ni pedirle, ni llorarle,
ni decirle que no puedo más vivir...
Desde mi triste soledad veré caer
las rosas muertas de mi juventud.

Gime, bandoneón, tu tango gris,
quizá a ti te hiera igual
algún amor sentimental...
Llora mi alma de fantoche sola y triste en esta noche,
noche negra y sin estrellas...
Si las copas traen consuelo
aquí estoy con mi desvelo
para ahogarlos de una vez...
Quiero emborrachar mi corazón
para después poder brindar
"por los fracasos del amor"...

Traduzione di Victor Hugo Del Grande

Voglio ubriacare il mio cuore,
per spegnere un pazzo amore,
che più che un amore è un "soffrire".
Per questo sono venuto,
a cancellare i vecchi baci
con baci d'altre bocche.
Il suo amore fu "un fiore di una giornata",
e per colpa sempre mia
ho questa crudele preoccupazione.
Voglio, alzando il bicchiere,
brindare a noi per dimenticare la mia ostinazione
ma la ricordo ancor di più.

Nostalgia...
di sentire la sua pazza risata
e vicino alla mia bocca
come un fuoco, la sua respirazione.
Angoscia...
di sentirmi abbandonato
e pensare che presto un altro
le parlerà d'amore.
Fratello!
io non voglio umiliarmi,
nè chiederle nulla,
nè piagnucolare,
nè dirle che non posso più vivere.
Nella mia triste solitudine vedrò cadere
le rose morte della mia gioventù.

Gemi bandoneon un tango grigio,
forse anche a te ti ferisce uguale
qualche amore sentimentale.
Piange la mia anima da pagliaccio,
sola e triste in questa notte,
notte nera senza stelle.
Se il bere porta consolazione,
sono qua con la mia insonnia
per affogarli di una volta (i ricordi).
Voglio ubbriacare il mio cuore
per poter brindare
ai fallimenti dell'amore.

diritti d'autore Victor Hugo Del Grande
utilizzo del file musicale previa autorizzazione dell'autore
in foto: Mina Anna Maria Mazzini, in arte Mina