Nel 2009, e per un periodo neanche breve, il tango occupa il centro della scena pubblica mondiale, è per così dire sulla bocca di tutto l’infotainment. E’ merito del combinato disposto di due proclamazioni concomitanti. L’Unesco proclama il tango patrimonio immateriale dell’umanità, e lo Stato Argentino proclama i Tango Bonds, ossia i suoi buoni del tesoro, patrimonio immateriale di chi li detiene, cioè i fondi speculativi americani, altrimenti detti i fondi carogna. Sono in molti a notare la simmetria tra queste due improvvise sparizioni di materia, ma è uno soltanto a confonderle. A Buenos Aires lo conoscono con il nome d’arte di MC Ningún Bobby, è il disc-jockey manicomiale della Colifata, la radio comunitaria dell’ospedale psichiatrico José Tiburcio Borda. Ogni sabato dal 1997 in qua e insieme a un altro ricoverato Tj Locatelli, MC Ningún Bobby fa un programma di tango intitolato “Ma non beviamo la vernice”, molto seguito anche fuori. Nei primi anni 2000, con la moda dell’electro-tango, le sue tande sconclusionate, i suoi tanghi messi a casaccio attirano l’attenzione delle milonghe fashion che in quel periodo stanno crescendo come verruche in tutta la città. Lo chiamano al Tangodromo, al Matagalan, al Bar Mondongo e soprattutto al The Peronist Lounge. Qui le sue compilazioni di tango chill-out e dowtempo smorzano gli ardori di gente che spende mezzo stipendio per procurarseli. MC Ningún Bobby diventa famoso, lo intervistano in televisione, alla Tribuna della Plebs: “Sola corazza da fendere è la pelle o la tenera veste” - dichiara all’esterrefatta Milena. Poi mette in piedi una sua milonga, La Quinta Del Ñato, lontana come l’ultimo buco del flauto. Si arrabatta nel repertorio commestibile fino al recente lockdown. Ora si è messo in società con un milonguero nerd, El Asintomatico, per creare un dispositivo indossabile di tracciamento, così si vede subito chi sbaglia la ronda.
Ma torniamo a quell’ottobre del 2009, ai giorni febbrili dell’Eldorado. Il ministro Lombardoni sta per dare la gran notizia in televisione. Cedo subito la parola a MC Ningún Bobby:
E così a spiegare in tv i Tango Bonds stavolta ci mandano Lombardoni. Non è normale, c’è qualcosa che non quadra. Hernán Lombardoni è Segretario al Turismo e alla Cultura, non dell’Economia. Però è il miglior imbonitore nel raggio di molte miglia, non c’è dubbio, un asso del sales talk. E infatti gli inquadrano subito la faccia impassibile (da scorreggiatore al chiuso). Si è messo anche la cravatta (quella con i fantini).

- Patrimonio Immateriale dell’Umanità! Non so se mi interpretate...

... e giù il sorrisetto da cobra. Ridacchiano anche i fantini (che devono essere di San Isidro). Beh, certo, è una bella fregatura per l’Umanità! Dichiarare inesigibili i nostri buoni del tesoro! E così all’improvviso! Ah, che brutto mondo... Ma Lombardoni gioca la carta dell’entusiasmo:

- Grande vittoria per l’Argentina. Ci abbiamo guadagnato tutti! Ganamos todos!

Todos todos direi di no. Solo quelli del ramo. Senza andare lontano con l’esempio, io non ho visto un ghello. Decido comunque di aderire al buonumore generale, alla ventata patriottica. Una circolare della Confmilonghe dirama la notizia (è in arrivo il businessone). Telefono seduta stante a chi di dovere:

- Locatelli, ci siamo, c’è l’Eldorado. Senti il vasto programma. Settimana del Tango Bond alla Quinta del Ñato! Venite a ballare e a festeggiare il Patrimonio Immateriale sbolognato all’Umanità (biglietto maggiorato). Brindisi offerto dalla casa con Champagne El Colectivo, imbottigliato in esclusiva per noi (e per tutti quelli che ne fanno richiesta). Sorteggio a premi (un’empanada). In palio anche delle scarpe numero 48 by Bernasconi (dimenticate da Bernasconi). Ospite d’onore: l’inventore delle pince (non tutti sanno che è un argentino).

Mettiamo un bel manifestone all’entrata, con Pugliese in doppiopetto e farfallino (ganamos todos) che accoglie i fortunati del lunedì, la serata For Export. Il tango da esportazione è un trucchetto che usiamo per tener alla larga i turisti e starcene tra di noi, i milongueros che non si fanno comprare (gli invenduti). Comincio con un’esternazione di benvenuto:

- Signore e Signori, oso interrompere la vostra concentrazione (nel centro della pista) per invitarvi all’ovazione generale. Basterà quest’unica parola: Patrimonio Immateriale dell’Umanitàaaaa!...

Niente. Reagiscono come se li frustassi col filo da cucire. Solo dal ñoba arriva l’entusiasmo. I patrioti sono tutti al cesso. Nemmeno le telecamere (finte) che abbiamo installato, li distolgono dai loro viziacci. Provo la sera dopo, martedì, la One Night of Cool dedicata al tango nuevo (seminuevo) e lo-fi. La serata Ridolini, come la chiama Locatelli.

- Ragazzi, proprio voi, galvanici cocchieri del boogie-canyengue. Non esagero col nazionalismo (too much peronist), ma il ritmino che tanto vi fa agitare l’ha fatto un deejay di qua (Lomas de Zamora). Un’immateriale, non so se mi interpretate...

Macché mai. Questi se ne sbattono di tutto, ignorano tutto e soprattutto non sospettano di nulla. La sicumera di questi nuevellini mi dà sui nervi. Più li guardo ‘sti scalcagnati che fanno gli insoliti...

- Sentite (teste di cazzo). Vi ho detto una balla. Questo è il remix della Marcia Peronista di Hugo Del Carril, e l’ha fatto un altro (cioè io). Post scriptum: sarebbe (è) una cortina!

Né caldo né freddo. Continuano alla canina, con le ginocchia piegate dei portatori di barili. No, non è più proficuo l’underground. Decido di puntare tutto sul giovedì, Milonga Tradicional, la serata in costume che attira i veneratori di anticaglie. Clientela soprattutto di forestieri, mezze (e terze) età aerotrasportate, dedite all’apilado. Passetti giudiziosi da piccoli risparmiatori. Una noia che si taglia col coltello. Stavolta però mi faccio furbo e mi metto d’accordo con il professore di cabezeo:

- Ascolta qui da me, Tourette. Adesso quando ti metto su uno dei vostri ciuf-ciuf di merda, tu mi salti in mezzo alla pista e mi proclami il Patrimonio. Listo?

Ipso facto, meglio togliersi subito il pensiero di dosso. Interrompo (più che volentieri) un orecchiabile degli Indios e mister Tradizione è già lì che sbraita al microfono:

- Amici milongueros, a noi difensori del tango tradicional, la tradizione non ci avrebbe neanche fatti entrare. Figuratevi ballare! A noi ci dicono sempre le cose per ultimi. Non facciamo in tempo ad adeguarci a una tradizione, che ce ne inventano un’altra più vecchia, ossia più tradizionale. Adesso però basta, l’Unesco interviene e ci dichiara tutti (nessuno escluso) Patrimonio Culturale dell’Umanità. Sissignore, anche te Pernichowsky. Facciamoci un bell’applauso, che siamo plausibili anche noi!

Che scena rilevante! Tutta la filodrammatica milonguera! Pacche sulle spalle, sorrisi, inchini, salamelecchi! Guarda ‘sti squacqueroni come sono contenti. Tourette arriva e paga il conto da protagonista.

- Vedi, Ningún Bobby, noi ci fidiamo solo della tradizione che vediamo fondare sotto i nostri occhi... - E’ che veterani si nasce, e voi non lo nasceste (né lo nascerete mai). - Dobbiamo però trovare qualcosa che attiri i giovani... - Che ne dici dei calendarietti del barbiere? Genere pruriginoso, la vostra carta alta...

Intanto gli urrà vanno avanti a tutta randa. Ha ragione Locatelli, al giorno d’oggi il patriottismo viene tutto dall’estero