Il football arrivò in Argentina intorno all'anno 1840. Con la costruzione delle ferrovie arrivarono d’oltre oceano tantissimi inglesi, che formarono colonie e crearono scuole per educare i propri figli.
Un monolite, immerso nei boschi di Palermo vicino al planetario, ricorda che il 20 di giugno del 1867 presso il ‘Buenos Aires Cricket Club’ si giocò la prima partita di calcio.
E’ stato calcolato che tra il 1880 e il 1882 siano arrivati in Argentina più di 500.000 immigrati. Tra questi un britannico, Alessandro Watson Hutton, nato a Glasgow e laureato ad Edimburgo per insegnare nell’Istituto Saint Andrew.
In valigia portava palloni da calcio e pompe per gonfiarli. Insegnò educazione fisica e il gioco del calcio al Saint Andrew, avendo molto successo tra gli allievi.
Anche se per vari anni il football fu praticato solo nelle scuole inglesi, tra gli impiegati delle ferrovie e delle ditte straniere, si diffuse rapidamente anche tra le masse popolari e all'inizio del 900 nacquero quei club che sono oggi i pilastri del calcio in Argentina,
come il River Plate, Boca Juniors, Ferrocarril Oeste, Gimnasia y Esgrima de la Plata, Rosario Central ecc.
La passione per la propria squadra di calcio è difficile da spiegare. Da molti anni vivo lontano da Rosario, ma non riesco a non informarmi periodicamente del destino del "Rosario Central", la mia squadra del cuore.
Da ragazzino giocavo nelle classi primavera del Newels Old Boys, i nostri eterni rivali. Giocavo e mi allenavo con i nemici, una specie d'infiltrato, una spia. Avevo sempre la preoccupazione di essere scoperto e cacciato via dal club.
Il mio sogno inconfessato era quello di segnare e di mostrare esultando di avere sotto la maglia titolare quella del Rosario Central. Non ho mai potuto farlo, rimarrà per sempre nelle mie fantasie erotico -calcistiche.
Non so chi sia stato a trasmettermi questo virus "Canalla".(cosi chiamano ai tifosi del Central).
Quando ero bambino si trasmettevano le partite del campionato argentino in tv, il venerdì sera, ancora in bianco e nero e senza pubblicità. Giocammo contro il Velez Sarfield e perdemmo 3 a 1.
Ricordo di essermi sentito male, ebbi una crisi respiratoria, mia madre chiamò mio padre per portarmi subito in ospedale. Non ricordo se mi diede un bicchiere di Fernet, come faceva quando avevo mal di pancia, ma di fatto dopo un po’ mi calmai.
Un aneddoto storico racconta che Ernesto Guevara, "IL Che", rosarino D.O.C. e tifoso di "Rosario Central", era in Argentina in incognito per avere un incontro con un noto politico del momento.
Chiese all'autista che lo portava, ascoltando alla radio le partite, cosa stesse facendo il "Rosario Central".
Si può dire che il calcio e il tango siano nati insieme in Argentina.
Nell'anno 1928, il pianista Jose Lopez Ares, insieme a suo cognato Enrique Carrera Sotelo, scrissero il tango "Patadura" (gamba dura).
Lopez Ares nacque a Buenos Aires nel quartiere di Barracas nel 1898, suonò con Eduardo Arolas, Anselmo Aieta e Graziano De Leone. Pure Carrera Sotelo era di Barracas, e del 1898.
Grazie a suo cognato conobbe Gardel, che incise tre tangos da lui scritti.
Furono parecchi i cantanti che eseguirono tangos di Carrera, ma forse il pezzo più famoso fu "Milonguero viejo" con musica di Carlos Di Sarli, che il grande maestro dedicò a Osvaldo Fresedo.
Raccontava Lopez Ares che Gardel gli portò alcuni tangos veramente brutti da arrangiare (era nota la generosità di Carlitos nell’aiutare musicisti in difficoltà incidendo tangos che poi con la sua voce diventavano successi e rendevano i diritti agli autori).
"Cosi Carlos mi portò questi pezzi orrendi che arrangiai da punta a capo. Erano promesse fatte agli autori.
Poi mi chiese un tango mio per rendermi il favore e io gli diedi "Patadura".
Il tango "Patadura” racconta la storia di un calciatore senza talento, convinto di essere un fenomeno.
Il primo a inciderlo fu Gardel a Parigi. Una prima versione nel 1928 e quella definitiva nel 1929, tutte e due con le chitarre di Barbieri, Aguilar e Ricardo.
Testo di Enrique Carrera Sotelo
Piantáte de la cancha, dejále el puesto a otro
de puro patadura estás siempre en orsay;
jamás cachás pelota, la vas de figurita
y no servís siquiera para patear un hands.
Querés jugar de forward y ser como Seoane
y hacer como Tarasca de media cancha gol.
Burlar a la defensa con pases y gambetas
y ser como Ochoíta el crack de la afición.
Chingás a la pelota,
chingás en el cariño,
el corazón de Monti
te falta, che, chambón.
Pateando a la ventura
no se consiguen goles.
Con juego y picardías
se altera el marcador.
Piantáte de la cancha que hacés mala figura
con fouls y brusquedades te pueden lastimar
te falta tecnicismo, colgá los piparulos
de linesman hay puesto, si es que querés jugar...
El juego no es pa' otarios, tenélo por consejo
hay que saber cortarse y ser buen shoteador...
En el arco que cuida la dama de tus sueños
mi shot de enamorado acaba de hacer gol.
Sacáte los infundios,
vos no tenés más chance.
Ya ni tocás pelota,
la vas de puro aubol,
te pasa así en el campo
de amor, donde jugamos:
mientras corrés la liebre
te gano un corazón.
Traduzione di Victor Hugo Del Grande
Vai via dal campo, lascia il posto ad un altro
sei gamba dura sempre in "orsai" (dall’inglese off side: fuori gioco).
non prendi mai la palla, sei una figurina,
non sei neanche capace di calciare un "hand" ( fallo di mano).
Vuoi giocare di "Forward" (delantero) ed essere come "Seoane" (Manuel Seoane, giocatore dell’Independiente, del 1925).
e fare come il "Tarasca” (Domingo Tarascone, del Boca Juniors) un gol da centro campo.
Burlare la difesa con passaggi e finte,
ed essere come "Ochoita" (Pedro Ochoa; del Racing Club) il crack dei tifosi.
"Chingas" (manchi) la palla, chingas (manchi) l'affetto,
il cuore di "Monti" ( Luis Monti, del San Lorenzo di Almagro)
ti manca,"chambon" (scemo).
Calciando a caso non si fanno i gol,
con gioco e furbizia si ottengono le vittorie.
Vai via dal campo che fai brutta figura.
con falli e brutte entrate ti puoi fare male.
Ti manca la tecnica, "colga los papirulos" appendi le scarpe al chiodo),
da "Linesman" (giudice di linea) c'è posto, se vuoi giocare.
Il gioco non è per "Otarios" (scemi), è un consiglio,
bisogna saper fare un affondo e saper calciare.
Togliti le arie, non hai più chance\uoi sogni,
il mio "shot" (tiro in porta) da innamorato ha fatto gol.
Togliti le arie, non hai più chance
sei solo un "aubol" (palla fuori dal campo)
ti succede così nel campo dell'amore,
mentre "corres la liebre” (fare la fame)
ti ha sconfitto un cuore.
diritti d'autore Victor Hugo Del Grande
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