Ciao a tutti cari amici di Radio Tango Macao!
Questa notte torneremo su un personaggio che avevamo già incontrato in precedenza: el señor Rodolfo
"Manos Brujas" Biagi.
Manos Brujas, mani stregate, fu il soprannome che gli donò Juan Carlos Bergeroc al suo debutto in Radio
Belgrano nel 1938 (Bergeroc era il responsabile del marketing di Palmolive, non chiedetemi se si tratti
dell'odierno produttore di prodotti per l'igiene personale perchè francamente non ne ho la più pallida
idea!!!).
Comunque il tipo ci azzeccò in pieno, non tanto per la comunque indiscutibile tecnica del nostro eroe,
quanto più per quella sua capacità di catturare l'attenzione dell'ascoltatore con ogni sua singola nota ed
ovviamente per la sua abilità ad attrarre istantaneamente ed istintivamente i ballerini in pista, senza
nemmeno dargli il tempo di rendersene conto, quasi come fosse un sortilegio.
Prima della'esperienza di tre anni con Juan D'Arienzo, che almeno per una volta nella sua carriera, fu
costretto ad adeguarsi alle idee di qualcun altro (se vi siete persi l'episodio Biagi v.s. Polito, lì troverete la
spiegazione), già altri nomi illustri erano rimasti rapiti dalle magie di Biagi.
Due esempi su tutti Juan Maglio, Pacho y el zorzal Carlos Gardel.
Pacho scoprì un quindicenne Biagi nel Cine Colon dove Manos Brujas sonorizzava le pellicole mute
dell'epoca; impressionato dalle capacità tecniche e dallo stile già sviluppato del giovane gli propose di
unirsi alla sua orchestra che, in quel periodo si esibiva al Café Nacional, una vera e propria cattedrale del
tango.
Biagi in seguito dichiarò: "Tenía quince años, no sé cómo no me desmayé de susto el día del debut."
Gardel invece, che già aveva sentito parlare di un emergente spettacolare pianista mandò in avanscoperta
il suo socio Jose Razzano, el oriental, per proporre al giovane di unirsi al progetto di orquesta che i due
avevano in mente, progetto che tra gli altri coinvolgeva anche il sopraffino violinista Antonio Rodio.
Il nostro eroe ricordò sempre con affetto Gardel soprattutto per una occasione particolare in cui il
giovane, che non se la passava troppo bene economicamente, chiese un anticipo dello stipendio a Razzano
il quale senza battere ciglio accolse la richiesta; il giorno della paga regolare gli fu comunque versato
l'intero stipendio ma, con estrema onestà, Biagi disse a Gardel che aveva già ricevuto oltre la metà della
sua paga: el zorzal di tutta risposta gli disse che quell'extra se l'era abbondantemente guadagnato con il
suo impeccabile e prezioso lavoro.
Potete solo immaginare la botta di vita che prese l'autostima di Manos Brujas a sentire quelle parole
pronunciate dal più grande cantor de tango di tutti i tempi, Carlos Gardel.
Del periodo con D'Arienzo ne avevamo già parlato ma ribadisco che, anche se in quell'orchestra non ci
fossero esattamente i presupposti per brillare di luce propria, fu quella l'occasione in cui Manos Brujas si
guadagnò definitivamente un posto nell'Olimpo del Tango.
Comunque la formazione di un suo personale conjunto, avvenuta nel 38 a seguito della
separazione/licenziamento dall'orquesta di D'Arienzo gli diede finalmente l'occasione di sviluppare
pienamente la sua idea di tango. Intanto la sua nuova orquesta con quel sound così tipico, riconoscibile da
qualunque niubbo del tango, secco, estremamente sbilanciato sugli staccati gli permise di dar maggior
luce al suo stile pianistico, che comunque nell'orquesta di D'Arienzo era si importante ma spesso e
volentieri era perfettamente miscelato ad i bandoneones o ai violini a seconda del caso; qui invece gli
staccati nervosi e le campanitas così distintive del suo stile erano perfettamente udibili. In secondo luogo,
grazie anche al suo arrangiatore e violinista Oscar De la Fuente, lo stile dell'orquesta si distaccò
profondamente da tutto quello che c'era sul mercato in quel momento, dando di fatto a Biagi una
popolarità ancora più estrema che gli valse l'adorazione da parte del pubblico milonguero ma anche di
grandi personalità come Eva Peron.
Arriviamo quindi al disco di questa notte: Al Compas Del Vals, edito da Odeon in Argentina del 1964. Ovviamente, come non possono mancare in una milonga che si rispetti, non potevano mancare nemmeno qui i suoi meravigliosi valsecitos. Vi lascio quindi con due perle: Prisionero, registrato nell'Agosto del '43 con Alberto Amor e Adoracion dell'ottobre del '51 con il duo Duval-Heredia.
Buona notte cari amici di Radio Tango Macao, un grande abbraccio!