Ciao a tutti cari amici di Radio Tango Macao!
Questa notte la nostra storia vinilica è dedicata ad un gigante del Tango, quello a cui si sono ispirati più o meno tutti ma che contemporaneamente è il più grande assente nell'ambiente del ballo: parlo ovviamente di Carlos Gardel, altrimenti detto "El zorzal del Tango".
A me, come immagino a tanti altri colleghi dj, è capitato più volte di ricevere la fatidica richiesta di passare Gardel in milonga ed ho dovuto sempre, mio malgrado, declinare l'offerta. Mio malgrado perchè adoro il personaggio, adoro la sua voce (di dischi suoi ne ho diversi) ed adoro i suoi film; ma lo sappiamo tutti, la milonga può essere un posto molto pericoloso per i dj ed il Tango cancion ha altri templi, il mio divano per esempio!

Partiamo dalla fine: Carlos Gardel perde la vita il 24 giugno del 1935 in un incidente aereo all'aeroporto di Medellin, Colombia; con lui perdono la vita Guillermo Barbieri ed Angelo Domingo Riverol (i suoi chitarristi) ed Alfredo Le Pera (giornalista , collaboratore di Gardel e coautore di molti dei suoi lavori).
Sovente accade che i grandi protagonisti dell'arte vengano consacrati alla storia dopo la loro dipartita ma certamente questo non fu il caso di Gardel; el zorzal era diventato leggenda molto tempo prima di morire: aveva registrato circa 1500 brani, aveva recitato in 22 pellicole, si era esibito in 13 paesi diventando a tutti gli effetti il più grande esponente della cultura porteña e beniamino indiscusso del suo popolo.
A parte l'origine (sia detto una volta per tutte: Francese!!!) in effetti il nostro eroe era il più tipico dei tipici porteños; a partire dall'accento, probabilmente acquisito durante le sue poco raccomandabili frequentazioni giovanili nei bassifondi dell'Abasto sino ad arrivare alle movenze da compadre (guardare i suoi film per credere!); e poi era un musicista e cantante da paura. Il suo stile d'interpretazione del Tango fu imitato in tutti i modi da quasi tutti i più famosi cantores che gli succedettero e non solo; uno dei direttori d'orquesta più importanti di sempre, el gordo Troilo, trasse ispirazione dal morocho del Abasto per "disegnare" l'intero sound del suo conjunto.
Nel '35 si arrivò a dire che con Gardel era morto l'intero Tango, affermazione per fortuna prontamente smentita grazie alla rivoluzione darienziana; rimane vero comunque che il popolo argentino tutto, ed in particolare i musicisti della scena porteña (molti dei protagonisti delle nostre storie viniliche avevano collaborato col zorzal) rimasero orfani di quell'uomo che aveva reso famoso il Tango in tutto il mondo e che di fatto aveva lasciato una inquantificabile eredità musicale che tutt'oggi continua a farci sognare.

Non sto qui ad elencare tutti i lavori che hanno visto Gardel come protagonista, in compenso vado al sodo per presentarvi il disco di questa notte: Carlos Gardel con la Orquesta De Alfredo De Angelis! Si, avete sentito bene! No, non è uno scherzo! In realtà Gardel non incise alcun brano con la orquesta di De Angelis ma sta di fatto che il fantasma del morocho, o l'ossessione per lui se preferite, non abbandonò mai l'ambiente della musica porteña spingendo alcuni dei direttori più impavidi ed innovativi ad "osare" con la tecnologia campionando la sua sacra voce per registrarci sotto la propria orquesta.
Il primo a provare quello che sembrava sino ad allora impossibile fu il solito Canaro nella metà degli anni '50, operazione di cui lui stesso fu soddisfatto; meno soddisfatta fu la critica dell'epoca che gli suggerì di tornare ai suoi cantores. Diverso invece fu il risultato ottenuto dal colorado De Angelis, quasi sicuramente perchè nel frattempo la tecnologia aveva fatto passi da gigante; la release di De Angelis infatti è una "ricostruzione tecnica" registrata nel 1973 e pubblicata da Odeon nel 1974. Il risultato? Personalmente trovo parecchio azzardato l'accostamento della voce calda di Gardel con la gelida orquesta del colorado negli anni '70, tuttavia in senso oggettivo il risultato è abbastanza apprezzabile, gli ingegneri del suono sono stati abbastanza rispettosi del tono del zorzal e gli arrangiamenti del De Angelis, seppur un po' pacchiani, tutto sommato non accompagnano così male la voce di Carlitos. E soprattutto, finalmente, una copertina di Odeon che non faccia schifo come le altre! Bene amici, adesso vi lascio con due cavalli di battaglia del morocho: Melodia de arrabal e Yira yira.

Buona notte cari amici di Radio Tango Macao, un grande abbraccio!