Ciao a tutti cari amici di Radio Tango Macao!
Questa trentesima ed ultima sturia vinilica (almeno sino a settembre) voglio dedicarla ad una delle
accoppiate più classiche del Tango: un'orquesta che immancabilmente tira tutto il mondo in pista (e lo fa
dalla metà degli anni '30) ed un cantor reo y compadre, El cantor reo y compadre, Juan de Dios
Rodriguez Bonfanti, per gli amici Alberto Echague!
Ovviamente l'orquesta non può che essere quella di D'Arienzo, anche se a dirla tutta il primo direttore a
dar credito alle capacità di questo genio dell'interpretazione porteña fu il grande amico d'infanzia di Don
Juan, Angel D'Agostino, che nel 1932 lo accolse nel suo conjunto; e fu sempre D'Agostino, che nel 1937
ancora non aveva incontrato Angel Vargas, a presentarlo al Rey del compas, ritenendolo adatto a sostituire
il fuoriuscito Walter Cabral.
Echague non fu ingaggiato a seguito di una classica audizione: il cantor era stato invitato da Don Juan ad
assistere ad una delle esibizioni che l'orquesta quotidianamente teneva negli studi di Radio El Mundo;
quando l'orquesta iniziò a suonare Madre Echague fece un cabeceazo mortale a D'Arienzo facendogli
capire di voler cantare l'estribillo ed il maestro, curioso di quello che sarebbe potuto essere l'esito, gli fece
un gran sorriso in cenno di assenso. Al termine dell'esibizione l'immancabile Pablo Osvaldo Valle,
direttore della radio che a quanto pare faceva il bello ed il cattivo tempo di parecchi cantores, disse a
D'Arienzo che quel tizio semisconosciuto sarebbe dovuto essere il prossimo cantor dell'orquesta; e luce fu!
Dico e luce fu perchè Echague fu senza dubbio il cantor più rappresentativo di D'Arienzo oltre che ad
essere stato praticamente sempre presente in ognuna delle fasi dell'orquesta; dobbiamo infatti ricordare
che i periodi D'Arienzo/Echague sono tre: dal '37 al '39, dal '44 al '57 e dal '68 al '75.
Delle tre riprese quella che personalmente amo di più è la prima, soprattutto per via dell'influenza che
l'ingresso di Echague ebbe sulle sfumature del conjunto: di fatto la voce potente, matura e drammatica del
cantor portò l'orquesta a cambiare "colore", ad aggiungere intensità ed, in un certo qual modo a
ridimensionare il ruolo dei violini in favore dei bandoneones.
Ad ogni modo i due brani che ascolteremo questa notte, estratti dal meraviglioso LP Carton Junao pubblicato da RCA Victor in Argentina nel 1971, furono registrati durante la seconda collaborazione tra
D'Arienzo ed Echague, quella del post-Maurè.
Perchè questa scelta? Perchè mi sembra giusto onorare anche colui che con Echague ha condiviso il palco
durante la decada de oro riuscendo ad essere comunque coprotagonista ed offrendo a suo modo quello
che con Maurè veniva a mancare: una voce romantica e di livello tecnico eccelso: sto parlando
ovviamente di Josè Attilio Dattoli, meglio conosciuto come Armando Laborde.
Il suo ingaggio si che è curioso: Laborde stesso racconta che il suo amico e compositore Alberto
Tavarozzi gli riferì di aver convinto D'Arienzo a dargli una chance e che il maestro lo avrebbe aspettato
quel giorno stesso negli studi della solita radio per valutarlo; il problema è che Don Juan non si presentò e
Laborde pensò subito che il suo amico aveva esagerato come al solito. Il giorno dopo però il maestro in
persona lo chiamò per scusarsi del bidone, lo invitò nuovamente a presentarsi alla radio e, dopo avergli
fatto cantare una ventina di brani lo ingaggiò, con buona pace del Tavarozzi!
P.S.: Il bidone del Maestro ha una spiegazione, non fu uno dei suoi soliti colpi di testa da direttore dittatore
montato superstar: non si era presentato all'appuntamento perchè era stato costretto ad andare a recuperare
il suo pianista dell'epoca, Fulvio Salamanca, che era stato rinchiuso in cella per via delle sue simpatie nei
confronti del Partito Comunista!
Comunque veniamo al sodo ritornando su un concetto che ho già espresso prima: Echague e Laborde
avevano una personalità ed una maniera di cantare estremamente diversa ma assolutamente
complementare, fatto percepibile soprattutto nei duetti da loro registrati, sodalizio che continuò anche
dopo il '57 quando i due decisero di unire le forze sotto la direzione di Alberto Di Paulo. I brani che ho
scelto questa notte quindi sono due duetti: la meravigliosa milonga El viento me cuenta cosas registrara
nel 1947 e Yo no se llorar del 1946.
Con queste due perle vi lascio ed auguro a tutti una buona ripresa della stagione milonguera!
Un grande abbraccio cari amici di Radio Tango Macao, a presto!
28 giugno 2021
Storie viniliche #30
di Gabbo Fresedo
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