Ciao a tutti cari amici di Radio Tango Macao!
Sotto la voce "Campanilismo" nel dizionario Treccani si legge: attaccamento esagerato e gretto alle tradizioni e agli usi della propria città.
Ed in effetti potrei essere accusato di campanilismo perchè quello di cui parlerò oggi è un artista, un tenore di grazia, nato e cresciuto nella mia stessa città d'origine: Lecce.
È vero, noi italiani all'estero e noi leccesi ovunque, non riusciamo proprio a dimenticare tutto ciò che di buono offre la nostra terra arrivando spesso e volentieri a sembrare altezzosi e snobisti ma d'altronde non è nemmeno colpa nostra se il caffè lo facciamo meglio, abbiamo il bidet ed abbiamo come compatrioti circa il 70% tra compositori ed interpreti del Tango (percentuale dichiarata ad occhio, niente di scientifico)!
E quindi io da buon leccese questa notte vi parlerò dell'usignolo di Lecce, Tito Schipa, così amato dai Leccesi che alle 12 in punto nel centro storico della mia meravigliosa città, le campane delle vicine chiese tacciono lasciando lo spazio al nostro usignolo, di cui ogni giorno viene riprodotto un brano in filodiffusione. Fatto vero.
Raffaele Attilio Amedeo Schipa, la cui nascita fu dichiarata il 2 gennaio del 1889 (in realtà nacque a fine '88 ma era usanza dichiarare le ultime nascite dell'anno i primi giorni dell'anno successivo per posticipare di un anno la leva militare), ebbe un rapporto privilegiato con il Tango e più in generale con l'Argentina, paese in cui viaggiò per ben 13 volte e che, per caso, fu anche il primo e l'ultimo paese straniero in cui si esibì: la prima volta nel 1913 e la seconda nel 1954, occasione in cui si esibì davanti ad un pubblico di ben 100000 persone, un numero a dir poco impressionante.
Si può affermare senza dubbio che fu in assoluto il tenore di grazia più amato dai popoli sudamericani, addirittura più del grande Caruso, e godette della stima incondizionata di molti dei suoi colleghi.
La leggenda narra che il leggendario Carlos Gardel (una leggenda nella leggenda insomma!) lo avvicinò alla fine di un suo concerto a New York per ringraziarlo del meraviglioso spettacolo che aveva offerto ed approfittò dell'occasione per chiedergli delle lezioni di canto; Schipa accettò di buon grado le lusinghe e la richiesta del collega e, dopo averlo ascoltato cantare in una sessione privata, gli rispose che non aveva certo bisogno di prendere lezioni da lui e che anzi avrebbe potuto senza dubbio cimentarsi con successo nel belcanto.
Ma se Gardel mai si cimentò nel belcanto Schipa invece si cimentò nel Tango: fu invitato in ben 3 occasioni tra il 1930 ed il 1934 da RCA Victor ad interpretare ed incidere 6 tra i più grandi successi del tempo accompagnato da 3 delle orquestas di punta della casa: OTV, Osvaldo Fresedo e Francisco Lomuto; il suo contributo al tango non si fermò qui perchè compose anche alcuni meravigliosi tangos, uno su tutti Ojos lindos y mentirosos, che ancora oggi continuiamo a ballare in milonga e che fu un successo di vendite spaventoso per la OTV.
Sul retro copertina di uno dei suoi dischi prodotti in Argentina la RCA gli dedicò queste meravigliose parole: "Tito Schipa ha smesso di essere uno straniero nello stesso istante in cui ha messo piede nella nostra terra, e ci è voluto poco perchè si "acriollasse" e sentire così il Tango così come è stato concepito ed essere immediatamente stregato dalla ispirazione dei suoi creatori".
Veniamo quindi al disco di questa notte: 4 Tangos Chantès, edito da RCA Victor nel 1962 in Francia ed arrivato nelle mie mani come se fosse appena uscito dalla stampa, un colpo di culo più unico che raro considerando che l'unica altra stampa che ero riuscito a trovare è andata perduta durante la spedizione!
Parliamo di un 45 giri che vede incisi due brani per lato, La Cumparsita e Confesion sul lato A, registrati con la OTV e Dimelo Al Oido e Vida mia sul lato B registrati rispettivamente con le orquestas di Lomuto e Fresedo. La Cumpa ve la risparmio ma le altre tre ve le beccate tutte!
Buona notte cari amici di Radio Tango Macao, un grande abbraccio!