Ciao a tutti amici di Radio Tango Macao e bentrovati!
La rubrica di oggi rappresenta per me un coming out ma anche una bella scoperta.
Ebbene si, prima di entrare in possesso di questo disco ho odiato con tutte le mie forze l'orchestra di Alfredo De Angelis.
Perchè? Ho sempre trovato i suoi numeri troppo melensi e decisamente banali e, forse per pigrizia, non avevo mai approfondito l'ascolto di questa orquesta, mi ero sempre limitato alle "grandi hits" che si ascoltano in milonga senza scavare più a fondo; probabilmente avrei dovuto dare più ascolto al mio corpo, che comunque in un modo o nell'altro mi ha sempre trascinato in pista, prima ancora di rendermi conto che si trattasse del colorado De Angelis.

Ebbene oggi dopo aver ascoltato il 33 giri che vi propongo in questo appuntamento di Storie Viniliche (e non solo questo) ho finalmente capito perchè quella di De Angelis fosse, negli anni '40, una delle cinque orquestas di maggiore successo (ovviamente non sto a dirvi quali fossero le altre!), un'orquesta che ha sempre riempito le piste e per la quale la Odeon (l'etichetta che pubblicò questo LP nel '68) fece carte false pur di averla come orquesta di punta nella propria scuderia; posso solo immaginare i salti di gioia dei dirigenti di Odeon quando scritturarono quest'orquesta che tra il dicembre del '44 ed il gennaio del '45 collezionò la bellezza di 68 esibizioni in milonga, un numero a dir poco impressionante.

In effetti il colorado De Angelis come arrangiatore (sono suoi gli arrangiamenti di gran parte della sua produzione discografica, gli altri del violinista Victor Braña) potrebbe essere definito in tutti i modi meno che "intellettuale", passatemi il termine, ma ebbe il grosso merito di prestare sempre attenzione estrema nell'orchestrare i propri numeri in maniera che fossero semplici, dritti, ballabili da qualunque milonguero di qualunque livello; fu per questo che spesso il suo conjunto fu definito orquesta calesita, giostrina, ma questo non gli impedì di lavorare praticamente in tutti i cabaret, confiterias e bailes di Buenos Aires, e, per citare Tim Roth a.k.a. Novecento "fanculo anche il jazz!".

Il colorado, pianista di prim'ordine, in fatto di musicisti poteva vantare una grossa lista di collaborazioni: aveva militato nell'orquesta di Anselmo Aieta affiancando tra gli altri un giovane Juan D'Arienzo al violino, aveva suonato per Graziano De Leone (direttore e compositore di spicco della Guardia vieja), aveva suonato per Francisco Lauro (affiancando il bandoneonista Juan Sanchez Gorio). L'esperienza quindi non gli mancava per riconoscere i talenti, soprattutto in fatto di cantanti, ed infatti nelle fila della sua orquesta militarono alcuni tra i nomi più grandi della tradizione milonguera: Floreal Ruiz, Oscar Larroca, Juan Carlos Godoy, Roberto Florio ed ovviamente Carlos Dante e Julio Martel, co-protagonisti del vinile che ascolteremo in questa sede.

Carlos Dante, non ha certamente bisogno di presentazioni; un cantor "intimista" che ha cantato praticamente per tutte, o quasi, le grandi orqueste nella scena di Buenos Aires e non solo: Calo, D'Arienzo, Franciso e Rafael Canaro, Anselmo Aieta, Manuel Pizarro, Pedro Maffia, Pracanico e chi più ne ha più ne metta. Julio Martel che si guadagnò il suo pseudonimo quando una notte al bar Mi Refugio, per festeggiare la firma del contratto con De Angelis, ordinò un cognac e gli fu servito per l'appunto un Martel, non ebbe invece la carriera sfavillante del suo collega Dante ma personalmente preferisco la sua voce, ed è per questo che il primo brano che ascolteremo questa notte è la sua meravigliosa versione di Rosicler, registrata il 7 novembre del 1946.

Una delle grandi intuizioni del colorado De Angelis fu quella di abusare dei duetti di cantanti, ne registrò infatti la bellezza di 78 e nel prossimo tema (ma anche in tanti altri a dire la verità) sembra proprio che Dante e Martel siano nati per cantare in due.
Ascoltiamo quindi un duetto, una milonga registrata il 13 novembre del '45 di cui conoscevo solo la versione incisa da D'Arienzo un mese dopo: Del Pasado.

L'intreccio delle voci che abbiamo ascoltato per me è un capolavoro.
Per chiudere questo nostro appuntamento posso solo assicurarvi che continuerò ad approfondire questa orquesta a cui sino ad oggi non avevo dato il giusto peso e, per quanto poco possa valere, vi consiglio di fare altrettanto, con questo conjunto ma anche con tutti quelli a cui generalmente non dareste la cosiddetta lira; scavare, esplorare ed approfondire sono gli unici modi per godere sempre di più di quello che il nostro amato tango ha da raccontarci. E non solo il tango.
Buona notte amici di Radio Tango Macao.